Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, domenica 21 agosto 2011, durante il discorso al meeting di Rimini (ANSA/ PASQUALE BOVE)
Chiede uno sforzo maggiore contro l'evasione fiscale. «Basta assuefazioni e debolezze con chi evade il fisco».
E sprona la politica a fare scelte di lungo respiro perché il presente «è angoscioso», ma il futuro lo è ancora di più e riserva «sfide ardue, profonde e dall'esito incerto». Da Rimini, dal meeting di Comunione e liberazione, il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, torna così a chiedere più coraggio nell'affrontare la crisi e una svolta per far ripartire la locomotiva nazionale.
Presente angoscioso, abbiamo il dovere di decisioni immediate
Al pubblico ciellino Napolitano consegna innanzitutto una lucida disamina della difficile congiuntura. «Da quando l'Italia e il suo debito pubblico sono stati investiti da una dura crisi di fiducia e da pesanti scosse e rischi sui mercati finanziari, siamo immersi in un angoscioso presente, nell'ansia del giorno dopo, in un'obbligata e concitata ricerca di risposte urgenti», ammonisce il presidente della Repubblica. «A simili condizionamenti, e al dovere di decisioni immediate - puntualizza Napolitano - non si può naturalmente sfuggire. Ma non troveremo vie d'uscita soddisfacenti e durevoli senza rivolgere la mente al passato e lo sguardo al futuro».
Ci attendono sfide ardue e profonde dall'esito incerto
Nel nostro futuro cammino, prosegue, il capo dello Stato, «abbiamo sfide e prove più che mai ardue, profonde e di esito incerto». E, per superarle, servono responsabilità e massimo impegno. «Dinanzi a fatti così inquietanti, davanti a crisi gravi, bisogna parlare il linguaggio della verità». Non fa nomi il capo dello Stato ma è implicito il richiamo a quanti, nel Palazzo, hanno disatteso il dovere della chiarezza sulla gravità della crisi. «Il linguaggio della verità non induce al pessimismo ma sollecita a reagire con coraggio e lungimiranza». E qui, una domanda: «abbiamo noi, in Italia, parlato in questi tre anni il linguaggio della verità? Lo abbiamo fatto abbastanza tutti noi che abbiamo responsabilità nelle istituzioni, nella società,nelle famiglie, nei rapporti con le giovani generazioni? Siamo attenti: dare fiducia non significa alimentare illusioni». Perché, prosegue il capo dello Stato, «non si dà fiducia e non si suscitano le reazioni necessarie minimizzando o sdrammatizzando i nodi critici della realtà, ma guardandovi in faccia con intelligenza e con coraggio».
S'impone svolta per la crescita, adesso ricette di lungo respiro
Quale sia la ricetta per uscire dall'impasse il capo dello Stato lo dice senza troppi giri di parole. «Si impone un'autentica svolta per rilanciare una crescita di tutto il Paese, Nord e Sud insieme. Una crescita meno diseguale». Una svolta che passa attraverso scelte profondamente meditate e condivise. «Occorre più oggettività nelle analisi, misura nei giudizi, più apertura e meno insofferenza verso le voci critiche», occorrono «scelte non di breve termine ma di lungo e medio respiro». Un cambio di rotta che significa aprire a vere riforme. In particolare Napolitano cita quella della giustizia. «In queste settimane, sospinto da alcuni impulsi generosi - dice - si sta prospettando in una luce più positiva il tema della riforma in funzione solo dell'interesse nazionale e del concreto funzionamento della giustizia. Anche perchè alla visione del diritto e della giustizia sancito in Costituzione ripugna la condizione attuale delle carceri e dei detenuti».
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