Delega Assistenza, i conti non tornano. Il Governo pensa all’azzeramento
Che cosa può aspettarsi il Terzo Settore dal governo più amato dagli italiani? A guardare il rapidissimo processo di gestazione, non molto. «Ho detto di no al Ministero che mi era stato offerto, perché con trasparenza mi è stato fatto capire che gli obiettivi che mi premevano non potevano essere realisticamente messi in programma».
Così Stefano Zamagni, Presidente dell’Agenzia per il Terzo Settore spiega le ragioni del suo rifiuto. Significa quindi che conviene mettersi l’animo in pace e stare in apnea sino al voto nel 2013?
«Inutile farsi illusioni per i primi mesi», dice Zamagni. Che poi prova a tracciare uno scenario: «Questo governo è al 70% amico del non profit, ma sinché non si sarà riusciti a raffreddare la speculazione ha pochissimi margini d’azione». E poi? «Poi, sempre che le cose vadano nel verso giusto, bisogna farsi trovare pronti con delle proposte su cui cercare appoggio da quel 70%».
In realtà di mezzo c’è una data tagliola: è il 31 gennaio 2012, entro cui il governo dovrà decidere il destino della delega assistenza. Un provvedimento che secondo l’ex governo valeva un risparmio di 20 miliardi a percorso concluso nel 2014. «Ma è una cifra assolutamente non credi bile», spiega Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore. «Quando siamo stati convocati al tavolo per le consultazione da Monti, gli abbiamo illustrato le conclusioni del nostro report: al massimo quella delega vale 1,5 miliardi. In sostanza è un grande buco. L’ho visto sinceramente impressionato dai numeri che gli abbiamo consegnato».
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