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domenica 31 luglio 2011

Adiconsum: «No alla restituzione del bonus bebè» [3]


Adiconsum chiede l’istituzione di procedure conciliative tra le parti e l’attivazione di canali per la gestione delle pratiche.Pietro Giordano, Adiconsum: “Chiediamo al Ministero dell’Economia e delle Finanze la sospensione delle richieste di restituzione del bonus, poiché a monte delle errate dichiarazioni c’è stata una informazione istituzionale incompleta e non puntuale”.


8.000 famiglie stanno ricevendo in questi giorni dal Ministero dell’Economia e delle Finanze una lettera di contestazione per indebita riscossione del bonus bebè 2005 e/o 2006. La contestazione riguarda alcuni errori, tra i quali l’errata compilazione dell’autocertificazione attestante il reddito del nucleo familiare.

La dicitura reddito “complessivo” così come indicato nell’informativa istituzionale del bonus bebè dell’epoca– dichiara Pietro Giordano, Segretario Generale Adiconsum – si prestava ad interpretazioni ambigue. Secondo Adiconsum al posto del termine “complessivo” doveva essere usata la dicitura redito lordo oppure reddito netto. La comunicazione inoltre risultava incompleta, poiché non era fatto cenno a sanzioni dovute ad errori o a dichiarazioni mendaci”.

Adiconsum – conclude Giordano – chiede al Ministero dell’Economia e delle Finanze l’istituzione di canali per la gestione dei reclami fra Associazioni Consumatori e Pubblica amministrazione, nonché procedure conciliative per dirimere i contenziosi.

Bonus bebè [2]. Giovanardi scrive alle famiglie


Cara mamma e caro papà,

sei anni fa vi arrivò una lettera firmata dal Presidente Silvio Berlusconi che vi avvertiva della possibilità di incassare un assegno di mille euro per la nascita di vostro figlio, nel caso in cui il vostro reddito complessivo fosse stato inferiore ai 50 mila euro.

Su oltre 700.000 assegni inviati e incassati dagli aventi diritto purtroppo circa 8.000, ad una verifica fatta dagli uffici sull'autocertificazione, sono risultati non in regola con quanto stabilito dal Parlamento.

Come delegato per la Presidenza del Consiglio dei Ministri alle politiche per la famiglia, innanzitutto mi scuso per i toni sgarbati e minacciosi della lettera che gli uffici del Ministero dell'economia vi hanno inviato per richiedere la restituzione di tale somma.

Come ho già dichiarato alla Camera dei Deputati giovedì 21 luglio 2011 rispondendo ad interpellanze dei Parlamentari, chi ha ricevuto la lettera può prendere contatto con gli uffici che vi hanno scritto per dimostrare la correttezza dell'autocertificazione e non procedere alla restituzione.

Se questo non fosse possibile, perché per esempio c'è stato un equivoco fra reddito lordo e reddito netto, tutto potrà venire sanato con la restituzione dei mille euro, senza interessi e se necessario anche a rate.

In sostanza, è come se una banca vi avesse prestato sei anni fa mille euro e oggi ne richiedesse semplicemente la restituzione senza nessun interesse.

Posso concordare con voi che la cosa sia spiacevole ma bisogna anche tener conto delle centinaia e migliaia di coppie a cui è nato un figlio e che i mille euro non li hanno incassati perché hanno interpretato correttamente la norma di legge.

Nell'augurare ogni bene a voi e alla vostra famiglia, colgo l'occasione per salutarvi con viva cordialità.

Sen. Carlo Giovanardi
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio

venerdì 29 luglio 2011

CALCIO. Scende in campo il "Modena.coop"


Per la prima volta una società professionistica cede quote di capitale a una cooperativa di tifosi

È aderente a Confcooperative Modena la cooperativa di tifosi alla quale, per la prima volta in Italia, una società professionistica di calcio ha ceduto delle quote societarie.

Si tratta della cooperativa Modena Sport Club, che il 12 luglio ha acquisito l'1% del Modena Fc. Fondata nel dicembre del 2008 da quattro tifosi, la cooperativa è nata per diffondere nel calcio l'azionariato popolare, già ampiamente diffuso in Germania, Inghilterra e Spagna.

"Modena Sport Club" è entrata a far parte della compagine societaria del Modena Fc affiancando gli altri soci, Ghirlandina Sport e il commercialista Giancarlo Guidi.

«Ci proponiamo di rappresentare un numero sempre più alto di tifosi rafforzando i legami con la società – spiega Andrea Gigliotti, il fondatore e presidente di Modena Sport Club - Vogliamo costruire un rapporto propositivo con gli altri soci del Modena Fc e contribuire con nuove idee e risorse alla buona gestione della società».

Attualmente i soci di Modena Sport Club sono 237, un numero destinato probabilmente a salire, aiutando la cooperativa ad aumentare il suo peso nella società. «Ci auguriamo che questo primo importante passo – conclude Gigliotti - venga preso d'esempio nel resto d'Italia per una gestione partecipativa e condivisa di un sport così popolare come il calcio».

Lettera al Ministro Giovanardi sulla Famiglia


Ho appena spedito questa lettera al Ministro Giovanardi.
Chissà se mi risponderà!


Gentile Signor Ministro Giovanardi,

mi chiamo Valerio Melandri, sono sposato da 12 anni, padre di tre bambini, e insegno all’Università di Bologna. Anche mia moglie Elisabetta lavora (part-time) ed è dipendente pubblica. Le scrivo perchè qualche giorno fa ho ricevuto la notifica di restituzione del Bonus Bebè per indebita riscossione, dei 1000 euro nel 2006.

Nulla da eccepire. La mia fu effettivamente una indebita riscossione.

Nel chiedere il Bonus (che si poteva avere solo se il nucleo familiare – ovvero la somme del reddito di marito e moglie – era inferiore a 50.000 euro), avevo considerato il reddito NETTO del nucleo familiare (ovvero quello dopo aver pagato le tasse, che è ampiamente sotto la soglia), mentre andava considerato il reddito LORDO del nucleo familiare (che è invece sopra la soglia dei 50.000).

Appena me ne sono accorto, ho restituito il maltolto e fatto le mie scuse alla pubblica amministrazione. Non voglio certo 1000 euro che non mi spettano.

Ma non è per questo che le scrivo. Voglio farla riflettere su alcune brevi cose:

1 – Un mio amico, che ha due figli, NON sposato, ma soltanto convivente (scelta assolutamente legittima, sia chiaro!), e ha lo stesso mio reddito (fa esattamente il mio mestiere), ha ricevuto il Bonus Bebè e non lo restituirà perchè NON essendo sposato non fa reddito insieme alla moglie e dunque lui è ampiamente sotto i 50.000 della soglia prevista.

2 – quello stesso collega NON sposato, è prima di me in graduatoria negli asili della mia città. E non è davanti a me perchè guadagna di meno, ma solo perchè NON è sposato e ha dato la “patria potestà” dei bambini a sua moglie. Egli, in modo perfettamente legale, risulta residente da sua madre….e così vive come vivo io, ma ha tutti i vantaggi che io, sposato, non ho.

3 – Inoltre, sempre per rimanere sul Bonus Bebè, tutti gli extracomunitari che hanno ricevuto il Bonus Bebè NON lo hanno restituito, perchè c’e’ stata una sanatoria. Quindi agli Italiani che si sbagliano si chiedono i soldi indietro (con una inaudita violenza, minacciando denunce penali e sanzioni inconsuete), mentre agli extracomunitari si dice “tenetevi pure tutto, e scusateci se vi abbiamo fatto sbagliare”. Non ce l’ho con gli extracomunitari!!! Ma perchè due trattamenti così diversi? Perchè il Ministero è così arrogante con noi Italiani e così arrendevole e ragionevole con gli extracomunitari?

Si fa tanto parlare di politiche della famiglia, ma mi sembra che qui ci siano solo politiche per i conviventi (che si lamentano di essere discriminati, quando è vero il contrario!) e grande tolleranza (per carità, in alcuni casi più che giusta!!) per i nostri concittadini extra-comunitari.

Ma io non pago le tasse? Perchè io, solo perchè mi sono sposato, ho meno diritti di chi non si è sposato e che vive nella mi identica situazione?

Mi sa che a settembre io e mia moglie ci separiamo…così avremo asili, borse di studio, bonus bebè, e magari anche la casa popolare…

Non so, veda lei, decisamente l’Italia necessita di eliminare queste ingiustizie.

Signor Ministro faccia qualcosa!!! Il suo è il Ministero della Famiglia o quello della Famiglia Ma Solo Se Non Sposati?

Grazie per avermi ascoltato.

Cordialità vivissime,

Valerio Melandri


fonte:

SOSTENIBILITÀ. Torino un bell'esempio di città antispreco


Il sindaco Fassino firma un accordo per la realizzazione del progetto "Last Minute Market" in città

Torino in prima linea contro lo spreco alimentare. Il sindaco del capoluogo piemontese, Piero Fassino, il fondatore del Last Minute Market Andrea Segrè e il presidente di Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta Bruno Boveri hanno siglato l’accordo per la realizzazione del progetto Last Minute Market a Torino e in Regione. Il protocollo punta alla realizzazione di nuove iniziative volte alla riduzione degli sprechi alimentari e alla valorizzazione dei beni invenduti.

«La riduzione dello spreco di cibo è una sfida che tutti, cittadini, istituzioni, imprese, dovrebbero sentire come un dovere morale e come uno dei modi per aiutare chi ha di meno, oltre che per contrastare il consumismo spinto che caratterizza il nostro vivere - ha sottolineato Fassino - la Città di Torino ha già all’attivo alcune esperienze in questo senso e prendendo parte al progetto di Last Minute Market insieme a Slow Food intende proseguire su una strada di attenzione indirizzata al sostegno quotidiano. Un sostegno che passa attraverso i bisogni essenziali, e che agisce concretamente grazie a una rete di relazioni in grado di connettere chi offre e chi chiede».

Andrea Segrè, presidente di Last Minute Market, spin off dell'Università di Bologna: «Lo spreco può trasformarsi in risorsa, ma anche diventare il paradigma di una nuova società più attenta alle persone e all'ambiente - ha aggiunto Segrè - la nostra esperienza dimostra che si può coniugare per davvero solidarietà (più aiuti), reciprocità (più relazioni) e sostenibilità (meno rifiuti)».

«Quello di Torino è il progetto pilota di una serie di iniziative che coinvolgeranno tutta la Regione - ha concluso Bruno Boveri, presidente di Slow Food Piemonte e Valle d’Aosta - Siamo molto fieri di questa collaborazione con Last Minute Market e stiamo già organizzando numerosi interventi nelle scuole piemontesi per sensibilizzare insegnanti e alunni alla lotta contro lo spreco e all'importanza di adottare buone pratiche nella vita quotidiana».

Nato come progetto di ricerca, nel tempo Last Minute Market è diventato uno spin off accademico dell’Università di Bologna sviluppando un sistema per recuperare e donare tutti i beni (cibo, farmaci, libri, prodotti non alimentari) che rimangono invenduti ma sono ancora consumabili o utilizzabili. Recentemente ha presentato al Parlamento europeo una dichiarazione congiunta europea contro lo spreco alimentare, sottoscritta oggi dalla Città di Torino, che vuole sensibilizzare le istituzioni europee affinché lo spreco alimentare venga ridotto del 50% entro il 2025.

martedì 26 luglio 2011

Assalto alle Onlus

di Riccardo Bonacina

Welfare State addio (e questo era ovvio), ma addio anche alla Big society e a ogni chiacchiera sulla sussidiarietà e sui libri bianchi e verdi sul futuro del welfare. È questo l’assurdo doppio passo del Governo Berlusconi-Tremonti-Sacconi. E si tratta di un doppio passo che prelude ogni tipo d’inciampo.

Ciò che restava del Welfare State è stato smantellato dal 2008 al 2011: i dieci principali ambiti di investimento sociale hanno avuto tagli complessivi pari al 78,7%, passando da 2.527 milioni stanziati nel 2008 ai 538 milioni della legge di stabilità 2011.
Il Fondo per le politiche sociali, per esempio, è passato dai 584 milioni del 2009 ai 435 del 2010 e arriverà nel 2013 ad appena 44 milioni.
Il Fondo per la famiglia è passato dai 346,5 milioni del 2008 ai 52,5 milioni attuali (il taglio è del 71,3%).
Il Fondo per l’inclusione sociale degli immigrati, finanziato nel 2007 con 100 milioni, è semplicemente sparito. Sparito anche il “Fondo per la non autosufficienza”.

Dei politici non dico liberali, ma almeno intelligenti e lungimiranti a fronte delle ristrettezze dei fondi statali avrebbe agito liberando le energie della società che in questo Paese sono ancora vive: secondo l’Istat nel 1999 le istituzioni non profit in Italia erano 221.412, impiegavano più di 4 milioni di persone (di cui 3 milioni e 200 mila volontari) e restituivano servizi (di assistenza, di cura alla persona, all’ambiente e ai beni culturali) a più di 20 milioni di cittadini italiani.
Un Governo liberale e intelligente avrebbe dato certezze alle organizzazioni della società civile rendendo stabile una norma come il 5 per mille (sussidiarietà fiscale promessa nel lontano 2005), avrebbe incoraggiato le donazioni e il dialogo tra le strutture di welfare comunitario, quelle della ricerca non profit, dello sport di base e i cittadini stessi.

Invece no, nonostante il gran parlare di sussidiarietà, il Governo nell’ultimo anno rimangiandosi ogni promessa e smentendo le sue stesse idee, sta togliendo ossigeno ed energie al settore non profit come non era mai successo prima.

Il “bagno di sangue” è iniziato poco più di un anno fa, con un decreto che ha sospeso le tariffe postali agevolate, strategiche sia per la comunicazione istituzionale di piccoli e grandi enti sia per le campagne di raccolta fondi e per la loro rendicontazione. In 24 ore, il costo di spedizione di una pubblicazione è aumentato del 500%, passando dallo 0,064 allo 0,28. Una spesa insostenibile, più costosa di quella vigente per gli editori profit di 0,10 euro. Dal fatidico aumento, la Fondazione Telethon, per esempio, ha avuto una perdita complessiva di oltre 670mila euro, di cui 436mila per maggiori costi e 234mila per mancata raccolta dovuta al taglio delle spedizioni.
Poco più di sei mesi fa, poi, come ogni anno, è stato rimesso in discussione il 5 per mille alla cui copertura mancano ancora 100 milioni di euro (se San Gennaro non interverrà il 5 per mille si ridurrà a uno 3,75 per mille senza dichiararlo ai cittadini).
Ora arrivano i tagli lineari alle agevolazioni fiscali, deduzioni e detrazioni, previsti nella manovra finanziaria da poco approvata che colpisce, oltre alle famiglie, alle persone con disabilità anche il mondo del non profit, in modo diretto o penalizzando i donatori.
L’esempio più interessante è quello della “+Dai -Versi”, la norma che dal 2005 consente, finalmente anche nel nostro Paese, la deduzione delle erogazioni liberali in denaro e in natura a favore degli enti del terzo settore sino a un tetto massimo di 70 mila euro. Si scopre che, a regime, l’agevolazione è utilizzata da quasi 600mila tra persone e aziende, e che attualmente rappresenta uno degli sconti fiscali più usati, secondo soltanto alla detrazione a favore di onlus e di altri enti che svolgono attività umanitarie, che coinvolge quasi un milione di contribuenti.
Milioni di persone e di contribuenti che avranno una ragione in più per tagliare chi ci sta governando, come recita la copertina di “Vita” di questa settimana.

venerdì 22 luglio 2011

Il Sottesegretario Giovanardi illustra in Consiglio dei Ministri la bozza del Piano nazionale di politiche per la famiglia


Il Sottosegretario Giovanardi ha illustrato, nella seduta del Consiglio dei Ministri di oggi, la bozza di Piano nazionale di politiche per la famiglia, licenziato dall'Osservatorio nazionale sulla famiglia il 23 giugno scorso. La bozza tiene conto delle indicazioni scaturite dall'ampio dibattito sviluppatosi nel corso della Conferenza nazionale della famiglia (Milano, 8-10 novembre 2010) e del lavoro di impostazione e approfondimento svolto dal Comitato tecnico scientifico.

Il Piano, che costituisce il quadro conoscitivo, promozionale e orientativo degli interventi relativi all'attuazione dei diritti della famiglia, è stato condiviso dal Consiglio dei Ministri con viva soddisfazione. Ecco i punti salienti del documento:
- cittadinanza sociale della famiglia: la famiglia viene intesa come soggetto su cui investire per il futuro del Paese;
- politiche esplicite sul nucleo familiare: si vuole delineare un quadro organico di interventi che abbiano la famiglia come destinatario;
- equità fiscale nei confronti della famiglia: è uno dei principali punti su cui è necessario intervenire, per rispettare appieno i principi costituzionali in materia di capacità contributiva, in tal senso il Piano indica un percorso di progressiva introduzione del c.d. "Fattore Famiglia";
- sostegno delle relazioni e della solidarietà interna: riconoscere e supportare il ruolo che la famiglia, oggi più che mai, è chiamata a svolgere nei confronti dei suoi membri, specie di quelli in condizioni di maggior fragilità (bambini, anziani, disabili);
- sussidiarietà e sviluppo del capitale umano e sociale: gli interventi devono essere attuati in modo da non sostituire ma sostenere e potenziare le funzioni proprie e autonome delle famiglie, in una logica di empowerment delle famiglie stesse e dei loro membri, anziché di mero assistenzialismo, facendo leva sulla loro capacità di iniziativa sociale ed economica.

Le priorità individuate dal Piano quali aree su cui intervenire con maggior urgenza sono:
- le famiglie con minori, in particolare quelle numerose;
- le famiglie con disabili o anziani non autosufficienti;
- le famiglie con disagi conclamati sia nella coppia sia nelle relazioni genitori-figli.

La proposta oggi illustrata al Consiglio dei Ministri sarà trasmessa alla Conferenza Unificata per acquisire l'intesa prima dell'approvazione definitiva.

mercoledì 20 luglio 2011

Manovra finanziaria. L'Alleanza delle Cooperative: penalizzato il ceto medio


Le luci e le ombre nell'analisi di Luigi Marino

Una valutazione luci e ombre sulla manovra, la necessità della riforma elettorale e dello spirito bipartisan, la Grecia come modello da evitare, le “geometrie” nelle relazioni industriali, la politica energetica, lo stato di salute delle cooperative. Questi tra i temi principali contenuti nella relazione di Luigi Marino, portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop) affrontati nel corso della Consulta, l’organo assembleare, del Coordinamento delle centrali cooperative in corso di svolgimento a Roma.

Manovra finanziaria: luci e ombre

Con i suoi 41 articoli e 425 commi – dice Marino – la manovra finanziaria presenta luci e ombre:

Le luci: 1) l’introduzione (dal 2013) del metodo dei fabbisogni standard dei Ministeri; 2 ) l’election day più volte invocata; 3) l’esclusione dai tagli di scuola, università e ricerca; 4) l’incentivo fiscale a giovani imprenditori e professionisti; 5) l’estensione al 2012 della detassazione e decontribuzione sul salario di produttività; 6) alcuni correttivi fiscali per le imprese agricole.

Le ombre: 1) l’imbrigliamento degli Enti locali sui ritardati pagamenti della PA, soprattutto a partire dal 2013, quando scatterà la direttiva comunitaria sui termini di pagamento; 2) la penalizzazione del ceto medio su risparmi e pensioni: deprimere il ceto medio può innescare dinamiche opposte allo sviluppo; 3) si doveva fare di più sui costi della politica e sull’anticipazione dei nuovi tetti fissati per l’età pensionabile.

Debito: non siamo la Grecia, ma occhio ai passi falsi

Il dramma della Grecia offre molte lezioni. Noi – dichiara Marino – stiamo meglio perché abbiamo una base industriale importante, una struttura patrimoniale privata solida e sono valide le scelte fatte dal Governo. La principale lezione della Grecia è che non possiamo permetterci passi falsi. Non dobbiamo dimenticare che rispetto alla Germania per ogni 100 miliardi di debito, ne paghiamo circa 3 in più d’interessi. Occorre lavorare per ridurre questa differenza.

Cooperative: bene l’occupazione, male i conti economici

Non si è mai arrestata la crescita dell’occupazione: +3% nel 2010. È progressivamente diminuita la redditività. Nella divaricazione fra occupazione che cresce e accumulazione che cala ci sono la gloria e la debolezza della cooperazione.
La gloria della sua funzione sociale: un utile in meno un occupato in più. La debolezza del problema irrisolto della sottocapitalizzazione. Da qui la sfida centrale del nuovo decennio: lavorare su capitale e credito senza contraddire l’autenticità e la funzione sociale.

Legge elettorale e spirito bipartisan

Le scelte vitali per l’Italia devono essere condivise e – continua il portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Italiane – sostenute nel tempo. Rilanciare la produttività; elevare la qualità dell’istruzione dagli ultimi ai primi posti nell’OCSE; ridurre l’evasione fiscale a livelli fisiologici; portare ai migliori livelli europei l’occupazione femminile e giovanile; accelerare i tempi della giustizia, sono compiti che nessuno può completare in una sola legislatura. Ci vuole una responsabilità bipartisan che consenta all’Italia di seguire una strada maestra concordata lungo più legislature. Per usare le parole del Capo dello Stato, è necessario “uno sforzo convergente”. Risulta vitale una riforma elettorale che ripristini la centralità del Parlamento, restituisca sovranità agli elettori e consenta ai governi non solo di durare 5 anni, ma di riuscire a governare.

Relazioni sindacali

L’accordo del 28 giugno tra Confindustria e Cgil – Cisl – Uil conferma – sostiene Marino – che è in ripresa lo spirito di coesione e di responsabilità delle parti sociali. Rafforza la prospettiva avviata nell’accordo del gennaio 2009 che registrava l’assenza della Cgil. Vanno migliorati i metodi che rischiano di riprodurre i vecchi limiti delle intese raggiunte solo tra Confindustria e sindacati. Nel merito, il riferimento ai soli contratti aziendali per il 2° livello, dovremo integrarlo con il riferimento a contratti territoriali e di filiera.

Energia

Dopo Fukushima, l’Italia ha rifiutato nuovamente la prospettiva del nucleare. La nostra vicenda energetica – conclude Marino – rischia di essere simile al debito pubblico accumulato negli anni. La nostra economia sconta una limitata competitività dovuta anche agli alti costi dell’energia. Il movimento cooperativo può contribuire a decisioni giuste. Possiamo fare di più per le tre sfide che oggi sono diventate inesorabili per l’Italia. Quelle dell’efficienza energetica, del risparmio energetico, dello sviluppo tecnologico e produttivo delle energie da fonti rinnovabili. Su queste tre strategie decisive per l’Italia le cooperative sono già in campo.

martedì 12 luglio 2011

"5 per mille": il 30 settembre l'ultima scadenza per sostenere la Casa dei Girasoli



Ultima scadenza il 30 settembre: per chi presenta il Modello Unico in via telematica c'è ancora la possibilità di indicare la "Casa dei Girasoli" (C. F. 90002970540) come beneficiario dei sussidi statali alle associazioni non profit.
Infatti questa è l'ultima opportunità per chi ha intenzione di indicare a chi destinare il "5 per mille" nella dichiarazione dei redditi: la prossima scadenza è, per chi presenta il Modello Unico in via telematica, il 30 settembre.
Arrivato al sesto anno di vita, il "5 per mille" è lo strumento introdotto come misura di sussidiarietà fiscale nella Finanziaria 2006, reiterato fino ad oggi ma non ancora stabilizzato come misura di legge.
Va detto subito che il "5 per mille" è una buona idea, efficacissima nella sua semplicità: consente infatti ai cittadini contribuenti di indicare a chi destinare, in proporzione alle preferenze ricevute, la cifra che il Governo stabilisce ogni anno a copertura. Il contribuente può scegliere tra associazioni di volontariato, ricerca scientifica e sanitaria, promozione della cultura, dello sport dilettantistico. Il tutto inserendo la propria firma e il codice fiscale dell'ente prescelto all'interno dello spazio apposito nella dichiarazione dei redditi.
Il 5 per mille permette al non profit di ricevere un riconoscimento dai propri sostenitori e, in proporzione alle preferenze, raccogliere le risorse finanziarie per concretizzare progetti che altrimenti rimarrebbero sulla carta.
Le dotazioni della storia del "5 per mille": 400 milioni di euro all'esordio con la Finanziaria 2006, scesi a 250 milioni di euro nel 2007 e riportati a 400 milioni nel 2008, 2009 e 2010, 300 milioni di euro nel 2011 più 100 milioni dedicati alla Sla.
15 milioni circa i contribuenti che hanno destinato il "5 per mille" della propria Irpef 2009, con una preferenza assoluta per la ricerca sanitaria e contro le gravi malattie invalidanti, il sostegno umanitario, l'assistenza ai più deboli.