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domenica 20 febbraio 2011

Piano Sociale e Famiglie Bisognose: la Regione Umbria replica al Forum delle Famiglie

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

In relazione ad un intervento sulla stampa dell'Avv. Simone Pillon il Vicepresidente e Assessore Regionale alle Politiche Sociali Carla Casciari precisa quanto segue:

"La Regione Umbria, come prevede anche il nuovo Piano Sociale Regionale, interviene con azioni e fondi destinati a famiglie bisognose come definito dalla Costituzione italiana e dallo Statuto Regionale, senza distinzione di sesso, di composizione e di numero di membri, con interventi naturalmente commisurati, nei limiti delle risorse disponibili, alla entità del "bisogno" richiesto. Una parte del fondo sociale regionale viene devoluto ai Comuni, da esso integrato e gestito e serve per gli interventi di sussistenza, cioè per famiglie comprese nella fascia di povertà, al di sotto dei 7500 euro annui.
Oggi si è affacciata sulla scena, in percentuale molto significativa, una nuova fascia di famiglie bisognose, quelle che, per effetto della crisi economica o di altri fattori, da condizioni reddituali "normali" sono retrocesse, anche se per una fase prevedibilmente transitoria, ai limiti della soglia di povertà e al di sotto di essa. Questo settore di "fragilità" sociale, incapace di affrontare l'esborso anche di poche centinaia di euro per un evento imprevisto o straordinario, comprenderebbe, secondo l'ultimo rapporto Istat sul "Reddito e le condizioni di vita degli italiani negli anni 2008/09", il 33% delle famiglie, cioè una su tre.
La Regione Umbria è la prima in Italia ad intervenire su questo "target" offrendo la possibilità di un contratto di sostegno una tantum; l'obiettivo della misura regionale è di sostenere ed incrementare la capacità della famiglia a progettare e agire in autonomia, nonostante l'insorgenza di un evento critico che altrimenti potrebbe concorrere a far scivolare la famiglia al di sotto della soglia di povertà, cioè al di sotto del reddito Isee di 7.500 euro.
Le condizioni di emergenza descritte non investono quindi solo la famiglia intesa in senso universale, ma anche le nuove fragilità sociali rappresentate da vedovi, vedove, persone sole o separate o comunque colpite da eventi imprevedibili e non fronteggiabili senza aiuto.
Non siamo qui per fare demagogia o discriminazioni ma per rispondere a nuove emergenze che la nostra Regione sta affrontando con prontezza e compiendo scelte innovative, utilizzando, tra l'altro, in questo campo risorse aggiuntive rispetto agli interventi "ordinari".
Riguardo alla adozione vagheggiata da Pillon della adozione di un diverso indicatore, il cosiddetto fattore familiare, con la legge Regionale numero 26 del 2009 (Disciplina per la realizzane del Sistema Integrato di interventi e servizi sociali) la Regione Umbria ha optato per l'indicatore Isee come strumento per misurare l'accesso e la compartecipazione ai servizi socio-assistenziali, indicatore valido anche nel calcolo dei carichi familiari.
L'Avv. Pillon dovrebbe avere chiaro che l'adozione di un nuovo indicatore non può essere eventualmente attuata dalla Giunta Regionale con un regolamento, ma richiederebbe un intervento di carattere legislativo".

http://www.regione.umbria.it/mediacenter/FE/articoli/piano-sociale-e-famiglie-bisognose-casciari-replic.html

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